Marco Rossetti, dalla malattia rara al sogno di fare teatro: il racconto toccante dell’attore
Il giovane attore ha deciso di raccontarsi in una commovente interviste dove ha rivelato alcuni dettagli inediti della sua vita.
Nonostante la fama sia arrivata alla soglia dei quarant’anni, Marco Rossetti si reputa fortunato di avere una carriera di successo, dato il suo passato. E’ sempre stato un bambino irrequieto, che non si applicava a scuola. Ma poi per puro caso ha scoperto il teatro, che è stato in grado di aprirgli un nuovo mondo e una nuova prospettiva.
La scuola superiore che frequentava organizzava anche un corso di teatro al quale inizialmente Marco non era interessato, ma la sua migliore amica lo ha poi convinto. E’ stata una vera e propria rivelazione per l’attore, che si è subito innamorato di quel mondo, che fino a quel momento vedeva come qualcosa di sciocco e insignificante.
Il passato di Marco
Finora Rossetti ha recitato in svariate fiction di successo, come Doc – Nelle tue mani e Black Out – Vite sospese, recitando anche in Un passo dal cielo, dove è apparso nel corso della settima stagione. E sono proprio questi i ruoli che hanno permesso all’ttore di farsi conoscere dal grande pubblico.
Come accennato in precedenza, Marco è sempre stato un ragazzino vivace, che fin dai primi anni ha dovuto fare i conti con una malattia rara, che lo ha costretto a girare diversi ospedali. Fortunatamente la malattia con il tempo è rientrata.
Ed è anche questa la ragione che lo ha spinto ad inseguire il sogno di diventare attore, andando spesso contro i consigli di alcuni cari, compreso il padre, che gli aveva suggerito di cercarsi un lavoro più stabile. Queste le sue parole: “Finita la scuola ho studiato recitazione contro il parere di mio padre che voleva che avessi un piano B. Ho fatto di testa mia, mi sono pagato i primi anni di scuola da solo lavorando come cameriere anche se mia madre mi aiutava di nascosto. Arrivato a 37 anni posso dire di essere stato molto fortunato”.
Nonostante i vari ruoli ottenuti nel corso degli anni, la popolarità per lui è arrivata verso i quarant’anni, ma lui si reputa felice del suo percorso e del fatto di aver raggiunto l’apice del successo a questa età. Infatti, come ha dichiarato lui stesso, non sarebbe stata la persone che è oggi se la sua carriera fosse sbocciata anni prima. Ora infatti ha la sicurezza e l’educazione giusta per gestirla.
Una cosa però che non gli è mai andata giù è la sua etichetta di belloccio e questo non faceva altro che fargli dubitare del suo talento. Però con il passare del tempo ha cercato di guardare il lato positivo della cosa: “Sono stato spesso etichettato come il belloccio, e all’inizio mi faceva soffrire… Col tempo mi sono accettato per quello che sono: essere etichettato così voleva dire dimostrare di avere un contenuto, dimostrare di essere di più”.