Il dramma di Giancarlo Giannini: “È morto per un aneurisma”
Il doppiatore, artista, sceneggiatore e regista, Giancarlo Giannini è uno dei personaggi dello spettacolo italiano più amato dal pubblico. Protagonista della commedia italiana, con i suoi successi lavorativi e le sue immense capacità artistiche ha sempre regalato dei grandi e veri sorrisi ai suoi spettatori. Peccato che nella vita, di difficoltà ne abbia vissute tante, certo, non sono bastate a togliergli il sorriso – nel lungo periodo – ma lo hanno segnato profondamente. Una parte di storia – quella del noto attore – drammatica che torna a raccontare. Scopriamo insieme cosa è successo.
È un pezzo da 90 nello spettacolo italiano. Giancarlo Giannini, classe 1942, è un attore, doppiatore, sceneggiatore e regista italiano, nato a La Spezia. Gli italiani apprezzano molto la sua carriera lavorativa, che lo ha visto più volte interpretare ruoli comici, ma all’occorrenza, anche drammatici.
Il dramma, effettivamente, nella sua vita privata c’è stato, ed è tornato a parlane in un’intervista uscita sul Corriere della Sera. Un ricordo, e una testimonianza, la sua, che ha commosso tutto il web, ma soprattutto i suoi fan. Certo, le esperienze che ha vissuto non sono bastate a togliergli il sorriso, ma un’esperienza in particolare, l’ha segnato profondamente.
Le parole del noto attore sul dramma vissuto
‘Non è tutto oro quel che luccica’. Anche se Giancarlo Giannini per anni è stato il protagonista delle risate nelle case italiane, per un periodo nella sua vita c’è stato un grosso tunnel nero da dover percorrere. Ne ha parlato in un’intervista a Valerio Cappelli, ed è uscita sul Corriere della Sera, il 14 luglio 2022.
Le dichiarazioni dell’attore, che poi successivamente, sono uscite sul quotidiano sono state le più lette del 2022. Giancarlo Giannini ha deciso di raccontarsi per quello che è, partendo dalle sue radici, e dal ricordo della sua amata Liguria, dopo che in America lo volevano intervistare per un film e non ha fatto altro che parlare di cibo.
“Si, mi riporta alla mia Liguria, ai contadini della mia terra, gente splendida, tenace, tosta. Hanno un motto che è anche il mio: se ho poco devo vivere con poco. Il mio mondo, come dico nella mia autobiografia, Sono ancora un bambino – ma nessuno può sgridarmi – è fatto di cose semplici e di sogni“.
Ha continuato raccontando il dramma che ha vissuto: “Ho raccontato anche il mio più grande dolore, la perdita di Lorenzo, mio figlio primogenito, morto nel 1987, a 19 anni, per aneurisma… Voglio cancellare questa parola. Un giorno, stranamente, mi aveva chiesto cosa c’è dopo la morte. Non sapevo cosa rispondere, gli raccontai una favola, immaginati tanti colori nello spazio, esistono mai poi finiscono, è come una montagna da scalare, raggiungi altri colori…”
“Gli raccontai la morte come un sensazione di conoscenza. Ero disperato ma non ho pianto, mi sono fatto forza anche per gli altri familiari, ho pensato che ha raggiunto la conoscenza, che sta meglio di noi che ci poniamo domande e non era solo una luca consolatoria“.